Il Trust ormai prende piede e va sempre più affermandosi.
Si tratta di uno strumento innovativo e più flessibile rispetto al patrimoniale e alle polizze vita. Esso punta a salvaguardare i beni di famiglie e imprese dalle avversità della vita.
“Trust” come fiducia tra diversi soggetti. Il disponente affida i propri beni (tutti o alcuni) al Trustee per il raggiungimento di uno scopo o per la gestione degli stessi a favore dei beneficiari.
Il trust nasce nei paesi anglosassoni e si è evoluto in forme articolate in varie giurisdizioni.
Attualmente, il riconoscimento giuridico del trust in Italia scaturisce dalla ratifica della Convenzione dell’Aja del 18 luglio 1985.
Il trust è istituito in modo molto semplice e il solo requisito è la forma scritta. In Italia si suole far autenticare l’atto istitutivo da un notaio o, in alternativa, procedere con l’atto pubblico.
Conviene davvero scegliere un trust?
Certamente sì! Questo perché anzitutto va sgomberata la mente dal fatto che occorra avere grossi patrimoni. Vi sono trust, infatti, fatti di cifre irrisorie e davvero “alla portata di tutti”. Essi vanno dal monoreddito di un pensionato, all’imprenditore a dieci zeri.
Si apre poi il fronte “costi” con spese che, per l’istituzione, dipendono dalla libera pattuizione che si raggiunge col professionista che redige il trust.
Poi ci sono i costi di trasferimento dei beni che variano per la tipologia dei beni stessi e, infine, i costi delle imposte dovute durante la vita del trust.
Tutelare quel che si ha? Facile come bere un bicchier d’acqua!