1. Il passaggio generazionale dell’azienda
Si pensi ad un imprenditore padre di tre figli con un’azienda avviata: il primo figlio è uno sportivo, il secondo è un manager, con competenze nel settore dell’impresa paterna, e la terzogenita è una ballerina.
Alla morte del padre, le quote della società passerebbero in eredità in parti uguali a tutti e tre i figli, due dei quali – da un lato – non hanno né l’interesse né le competenze per sedere in assemblea soci o rivestire un ruolo attivo nella società di famiglia e – dall’altro – potrebbero persino rischiare di rallentare o addirittura danneggiare la società attraverso decisioni imprenditoriali sbagliate. Pertanto, due dei tre figli sarebbero in difficoltà.
E se invece il padre istituisse un Trust quando è ancora in vita? Potrebbe trasferire in Trust il 100% delle quote della società, indicando al Trustee di nominare amministratore della società il figlio con esperienza manageriale, distribuendo i dividendi derivanti dalle quote della società in Trust in parti uguali a tutti i tre figli, nominati Beneficiari del Trust, due dei quali ne beneficerebbero senza mai prendere parte alla società.
2. Ottenimento di finanziamenti garantiti da fidejussioni personali
Si pensi ad un imprenditore che per ottenere un finanziamento, richiesto alla banca per la propria attività d’impresa, rilasci – a garanzia dello stesso – una fidejussione personale.
Istituendo il Trust in un periodo precedente al rilascio della fidejussione, e quindi quando il debito verso la banca non era ancora sorto, il Trust e i beni in esso trasferiti risulteranno totalmente inattaccabili da parte di qualsiasi creditore, ivi compresa la banca.
Pertanto, anche nel caso in cui l’attività imprenditoriale dovesse entrare in crisi, rendendo difficile la restituzione del finanziamento alla banca, qualora quest’ultima decida di escutere la garanzia potrà sempre rifarsi sul patrimonio rimasto personalmente in capo all’imprenditore ma non potrà mai attaccare il patrimonio conferito dall’imprenditore in Trust, nemmeno attraverso un’azione revocatoria, in quanto il Trust è stato istituito prima del rilascio della fidejussione.
Diversamente, senza l’istituzione di un Trust o con l’istituzione successiva rispetto al rilascio della fidejussione personale alla banca, in caso di mancato pagamento quest’ultima potrà rifarsi sia sui beni ancora in capo personalmente all’imprenditore sia sui beni da questi conferiti in Trust, attraverso un’azione giudiziale finalizzata a revocare il trasferimento di tali beni se avvenuto negli ultimi 5 anni precedenti.
3. Onlus di Beneficenza - Filantropia
Si pensi ad un imprenditore o un professionista che nutre il desiderio di fare beneficenza ma che ha il timore di donare o lasciare in eredità i propri beni a enti caritatevoli perché teme che i fondi potrebbero essere utilizzati impropriamente e non per le finalità che aveva immaginato e sperato. Istituendo il Trust si può risolvere immediatamente questo problema.
Infatti, si potrebbe conferire già in vita una cifra importante nel Trust stesso (ed eventualmente la rimanente parte mortis causa), chiedendo al Trustee professionale di preoccuparsi di realizzare le finalità davvero desiderate dal Disponente imprenditore/filantropo, utilizzando i beni in Trust solo in quel modo, anche laddove l’imprenditore dovesse mancare.
Con il Trust, dunque, si possono destinare dei fondi anche per queste specifiche finalità o scopi, facilmente e in sicurezza, facendo in modo che un soggetto terzo, super partes, ne garantisca il raggiungimento secondo le volontà del Disponente.
4. Gestione di beni ereditari indivisibili
Si pensi ad un padre di due o tre figli che sia proprietario di una serie di beni indivisibili, quali ad esempio opere d’arte o immobili che per natura o tipologia non possono essere ripartiti in parti uguali tra gli eredi.
Anche al netto di una intelligente disposizione testamentaria che, alla sua morte, attribuisca con precisione i beni a ciascun figlio, laddove i figli non siano in buoni rapporti tra loro potrebbero sorgere conflitti sull’assegnazione di quei beni, sfociando persino in battaglie legali.
Laddove poi le disposizioni testamentarie mancassero totalmente, i beni finirebbero direttamente in comunione legale tra gli eredi, aumentando a dismisura i problemi.
Queste problematiche fortunatamente possono risolversi in modo molto agevole e definitivo con l’istituzione di un Trust. Come? Conferendo i beni indivisibili in Trust ed indicando al Trustee che, in caso di decesso del Disponente o al verificarsi di determinate condizioni, lo stesso Trustee provveda all’alienazione, alla locazione o all’impiego di tali beni, con equa ripartizione dei proventi tra i vari eredi/beneficiari.
I vantaggi? Da un lato, si avrà la gestione unitaria dei beni da parte di un solo soggetto, il Trustee professionale, azzerando la litigiosità tra eredi e, dall’altro, il bene – ora in Trust – non sarà suscettibile di aggressioni da parte di eventuali creditori del singolo erede, o se in comunione, addirittura di creditori di più eredi, che ne paralizzerebbero la vendita e la circolazione.
5. Separazioni e divorzi
Si pensi ad una coppia che si sta separando o stia divorziando: spesso risulta difficile trovare delle soluzioni condivise di gestione del patrimonio familiare.
I coniugi per evitare discussioni e tensioni a volte decidono di intestare i beni ai propri figli, che sono gli unici che entrambi i genitori vogliono certamente tutelare, anche a livello patrimoniale. Tuttavia, ciò solitamente peggiora le cose in quanto intestare dei beni a ragazzi giovani, soprattutto se minorenni, genera una serie di complicazioni a catena per la gestione di quei beni. Una scelta che porrebbe al riparo da ogni rischio è certamente l’istituzione di un Trust.
I beni saranno gestiti in modo unitario da parte del Trustee secondo quanto convenuto in sede di separazione o divorzio, senza contare che con le eventuali rendite (ad esempio grazie ad affitti o flussi finanziari derivanti da partecipazioni societarie) il Trustee potrà versare gli alimenti al coniuge che ne ha diritto, evitando le classiche tensioni tra ex coniugi.
Oppure ancora si potrà prevedere le modalità d’uso di una delle case di famiglia da parte dei figli o degli ex coniugi, senza necessità di doverla intestare ai figli, con la previsione poi, ad esempio, di vendere la casa appena i figli avranno raggiunto i venticinque anni di età o avranno terminato gli studi, al fine di ottenere una certa disponibilità economica da reinvestire per i figli o da ripartire anche tra gli ex coniugi stessi.
6. Figli minorenni o con disabilità
Si pensi ad una famiglia con due figli minorenni, uno dei quali con disabilità.
Nel caso di decesso di uno dei genitori, la gestione del patrimonio, al netto delle valutazioni successorie, passerebbe in capo all’altro genitore, ma nella denegata ipotesi in cui a mancare siano entrambi i genitori cosa succederebbe? Il patrimonio a quel punto verrebbe gestito da un curatore nominato dal Tribunale che, anche laddove fosse un parente, dovrebbe autorizzare ogni attività sino al raggiungimento della maggiore età dei ragazzi (che sarebbero comunque ancora giovanissimi per la gestione di certe cose) e, relativamente al figlio disabile, magari dovrebbe continuare a seguirlo per sempre.
Con l’istituzione di un Trust con un Trustee professionale, la protezione e tutela patrimoniale dei figli minori o con disabilità si risolverebbe definitivamente.
L’evento morte non avrebbe alcuna ricaduta sul patrimonio, che sarebbe già stato trasferito in Trust. A gestirlo ci sarebbe un Trustee professionale, abituato a svolgere queste funzioni, anche in caso di un evento così nefasto. Non vi sarebbe, pertanto, alcun cambiamento sostanziale nella vita, almeno economica, dei figli minori o con disabilità, i quali nel frattempo sarebbero accompagnati economicamente non solo fino alla maggiore età, ma per tutto il tempo indicato nell’Atto di Trust.
7. Nuova iniziativa imprenditoriale
Si pensi ad un imprenditore che vuole sviluppare una nuova idea imprenditoriale e per farlo costituisce una S.r.l.
Molti imprenditori affrontano l’avventura imprenditoriale credendo – erroneamente – che i rischi ad essa connessi siano limitati al capitale sociale che hanno investito nella S.r.l. e quasi mai valutano preventivamente soluzioni che garantiscano una protezione diretta sui propri beni personali. Pensano più a non far ricadere i problemi della società su loro stessi (cosa che potrebbe rivelarsi difficile, posto che soci e/o amministratori potrebbero essere chiamati a rispondere anche personalmente, con il loro patrimonio, per l’attività svolta nella società), senza invece pensare a proteggere direttamente il loro patrimonio personale a prescindere dagli eventi societari (cosa invece assolutamente possibile). L’autonomia patrimoniale perfetta (societaria) e la protezione patrimoniale (personale) sono due concetti differenti!
Per natura ogni attività imprenditoriale ha un margine di rischio e quindi prima che un problema si presenti, è fondamentale preservare il proprio patrimonio personale.
La soluzione? Istituire un Trust conferendo dapprima i propri beni nello stesso, così da proteggerli a prescindere da ogni nuova iniziativa imprenditoriale e poi, ancora meglio, far costituire al Trustee la nuova S.r.l. per svolgere la futura attività di impresa.
In questo modo la protezione diverrebbe totale.
7+1...Sono solo e non ho chi si occuperà di me
Si pensi ad una persona sola, senza figli e che magari ha perso o non ha mai avuto una moglie o un marito.
Quando si parla di Trust familiare si immagina che si possa istituire solo se si ha una famiglia, se esistono, dunque, dei Beneficiari diversi dal Disponente, come figli, coniuge, nipoti o altri familiari a cui si vorrà un giorno destinare il proprio patrimonio.
Ma se invece non c’è nessuno? Se invece non ci sono né figli né coniuge né altri parenti? Se invece si ha solo il timore che domani da anziani nessuno potrà o vorrà preoccuparsi di noi?
In questo caso si potrà istituire un Trust nominando un Trustee professionale ed indicando nell’atto istitutivo le chiare e precise volontà relative alla gestione dei beni fino alla propria morte: dalla gestione economica pura e semplice all’assistenza medico-sanitaria, fino all’organizzazione delle vacanze in linea con lo stile di spesa mantenuto nel corso della vita, avvalendosi del patrimonio in Trust.